"Eco-moda": le ultime iniziative di sensibilizzazione promosse alla settimana della moda milanese

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Chi conosce Chic Zone, sa bene che il nostro è un portale di moda da sempre attento alla sostenibilità ambientale ed alla moda etica. 

 

A tal proposito vi segnaliamo un recente articolo pubblicato su www.yeslife.it, un webmagazine che parla di sostenibilità ambientale a tutti i livelli socio-economici  e culturali, circa le sollecitazioni in ambito "eco-moda" che si sono registrate durante la settimana della moda milanese recentemente terminata.

A quanto pare  la sfida tra e griffe più etiche e green sta per cominciare!

 

Buona Lettura!

 

"Settimana della moda a Milano: le grandi griffe con il fiato sul collo" 

(da www.yeslife.it)

"Settimana della moda sotto i riflettori: non solod egli addetti ai lavori ma anche degli a ambientalisti, che hanno letteralmente lanciato il guanto di sfida alle grandi case di moda.

 

Se per molti l'era della pressione dell'opinione pubblica sui grandi produttori perchè inglobassero al loro interno eitca e sostenibilità, è finita con acute manovre di greenwashing e la professionalizzazione della Corporate Social Responsability, la realtà sembra essere un'altra.Tra scandali e campagne mirate, uno dopo l'altro, finiscono nel mirino del consumatore tutti i grandi soggetti produttivi. E le grandi passerelle non passano indenni.

Un esempio su tutti è al lente d'ingrandimento che Greenpeace ha posto da mesi sul modno della moda.Innanzitutto con al campagna DETOX mirnate all'eliminazione delle sostanze tossiche dai processi di trattamento dei capi d'abbigliamento di celeberrime marche mondiali. In soli sette giorni, DETOX ha raccolto 200mila firme convincendo brand come Levi's,Zara, Benetton,ed Esprit a garantire ai consumatori una mod alibera da sostanze tossiche.

Ora, con la settimana della moda  Milano, sempre Greenpeace si è attivata, con una serie di iniziative. Apripista è stato lo spot che ha Valeria Golino come Testimonial.

A poche ore dall'inizio delle sfilate una quadra di attivisti dell'Associazione ha lasciato sui marciapiedi delle vie del quadrilatero della moda, una richiesta indirizzata alle case d'alta moda: quella di ripulirsi.

Poi è arrivato il colpo dis cena tipico di Greepeace, con uan vera e propria sfilata verticale sul Castello Sforzesco di Milano. un modo per alzare ancora l'asticella dell'attenzione imepdendo così alle grandi griffe di credere che il tutto sarebbe passato inosservato.

Quetsa azione è stta poi seguita da guanto verde calato su " Il Dito", la scultura di Maurizio Cattelan che si trova in Piazza Affari, un modo per indicare al mondo della moda la strada giusta da seguire.

Insomma le grandi griffe hanno il fiato sul collo, e questo perhcè troppo spesso la guerra dei prezzi al ribasso, gli imperativi di mercato, i diktat del fast fashion,spingono i grandi bran d'abbigliamento atagliare su qualità, su etica nei confrotni della manodopera, su trasparenza nei confrotni dei consumatori.

Ma quali sono le grandi griffe più etiche e green?

Anche in questo caso è l'associazione che da anni si batte su grandi temi ambientali a darci le informazioni che cerchiamo, con l'invio di un kit a 15 case d'alta moda contente un link che rimandava ad un questionario  di 25 domande su tre importanti segmenti delle loro filiere:la pelle, la carta per il packaging e le loro produzioni tessili.

La sfida è stata colta da circa la metà dei marchi. La sorpresa è che l'unica casa che ha dichiarato  di impegnarsi pienamente nell'avviare strategie produttive che mirino a "deforestazione e scarichi zero", è  Valentino. Da parte delle altre pochi hli impegni presi.

la necezzità inq uesto momento è di mantenere alta l'attenzione sull'argomento e capire fino a che punto , delle aziende di modo possano considerarsi "cool" o "chic" quando non prendono in considerazione le conseguenze causate dai metodi produttvi deglia biti che indossiamo.

Che prezzo siamo diposti a pagare per essere alla moda? ".

 

 

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