Moda Rap al Giffoni Film Festival: i rappers Salmo ed Ensi si raccontano
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Berretti da baseball, pantaloni larghi, catene al collo: tre marchi distintivi di chi predilige uno stile quasi fuori dal comune, nato nel 1973 nel Bronx di New York quando l'hip hop iniziò a muovere i primi passi. I due rappers italiani Salmo e Ensi sono stati ieri ospiti del Giffoni Film Festival (in concerto dalle 21.00 insieme a Clementino) portando in cittadella musica, stile e moda rap.
Mi presento a loro ed Ensi, sorridendo all'idea di dover parlare di moda, inizia da sé l'intervista: "Benissimo! Parliamo delle camicie di Salmo, allora!", ma Salmo contrattacca: "E' vero, sono veramente brutte, lui le critica tanto perché di normali davvero non ne ho. Però son tutti bravi a mettersi una camicia bella, quelle brutte invece fanno parlare!"
Ensi, è chiaro che le camicie di Salmo non ti piacciono. Cosa del tuo stile preferisci in modo particolare?
Preferisco il nero perché mi sfina in generale e mi piacciono anche i colori sgargianti, delle volte indosso delle cose senza senso: ho una scarpa fluo, gialla, che uso con tutto, anche con la maglia verde.
Salmo, il tatuaggio come body art o perché ognuno di essi rappresenta qualcosa di particolare?
Ho iniziato con i tatuaggi stupidi, tipo le scritte in giapponese e cose del genere. Inizialmente volevo fare solo tatuaggi seri, poi ho iniziato a afre anche tatuaggi più stupidi. Sto per farmi due M&M's nelle rotule, non scherzo!
Ensi, tra i tuoi accessori c'è anche il rosario. Simbolo di fede o elemento ornamentale?
No, è più una questione ornamentale, mi piace, forse lo indosso più per superstizione.
Federica Caiazzo
Photocredits: Clemente Donadio
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