Da oggi nuovo appuntamento su Chiczone con la rubrica "Green is Chic".

Atelier del Riciclo: l’upcycling degli oggetti “che rinascono dalle proprie ceneri”

Recuperare oltre il 60% di un qualcosa inutilizzato e vecchio non è impossibile, soprattutto per l’Atelier del Riciclo. La qualità dei materiali e la particolarità delle forme non vengono dunque perdute, bensì si trasformano in un’opera con un nuovo ed elevato valore d’uso. E’ proprio questa la missione dell’ associazione bolognese, fondata dalle giornaliste Grazia Pallagrosi e Chiara Bettelli insieme all’astropittrice Alice Pazzi.

 

Alla base di tutto vige naturalmente il rispetto per l’ambiente insieme alla filosofia green. Recuperare, tuttavia, non significa tendere al tresh: l’Atelier riutilizza solo ciò che si adegua a determinati standard qualitativi ripromuovendone la riqualificazione nel campo della moda, dell’arte e del design attraverso percorsi creativi ad opera di professionisti e aspiranti eco-stilisti ed eco-designers.

All’intramontabile arte dello swap, lo scambio di abiti griffati e non, l’Atelier del Riciclo accosta il ruolo di “cool-hunter” andando così a caccia di giovani stilisti, architetti, artigiani e designers da “mettere in vetrina”. Prerogativa essenziale di questi artisti è l’ approccio ecofriendly al loro lavoro. Si intende dunque moda green per gli stilisti e relooking di abitazioni e spazi professionali o creazione di arredamento riciclato per agli architetti e gli artigiani.

Massimo comune denominatore che accomuna tutti questi settori è il senso della bellezza come “fattore riqualificante” del vissuto quotidiano: lo Swapping e il riciclo creativo riqualificano un oggetto, un accessorio o un qualunque capo di vestiario, donandogli nuova vita e nuova bellezza. L’oggetto, come una fenice che rinasce dalle sue ceneri, torna ad essere agli occhi di chi lo possiede qualcosa di totalmente nuovo e affascinante.

“Avevamo questa idea da 20 anni, avendo visto come negli Stati Uniti e in Australia si viva benissimo con questo sistema” dice Grazia Pellagrosi, “Vogliamo diffondere un edonismo sostenibile nell’arte, nel design, nella cultura e nella vita sociale. Si può vivere piacevolmente senza consumismo e senza inquinare. Con l’upcycling dei vestiti diamo nuova vita a oggetti che rimarrebbero inerti, senza consumare altra energia per il riciclo”.

Dunque la rivoluzione dello “Swap” in Italia è appena iniziata e sta già riportando grandi successi. La strada è lunga, forse in salita, ma chi ha già iniziato a percorrerla intravede al punto d’arrivo un nuovo stile di vita, privo di omologazione ma ricco di rispetto. Rispetto per i sacrifici di chi ogni giorno lavora in questi tempi di crisi economica e, naturalmente, rispetto per l’ambiente intorno a noi.

Federica Caiazzo